Guida alla scoperta dei kW che deve avere una stufa a legna per garantire il riscaldamento di ambienti di varie metrature.
- Stufe a legna per riscaldare fino a 120 mq
- I kW necessari per riscaldare piccole case
- Si può riscaldare un’intera casa con una sola stufa?
- Dove posizionare la stufa a legna?
- Costo di una stufa a legna
- Quanto consuma una stufa a legna?
- Combustione secondaria: a cosa serve?
- È meglio una stufa a legna o la pompa di calore?
Una stufa a legna può essere una valida alternativa al camino e al sistema di riscaldamento tradizionale e diventare un complemento di arredo intorno al quale organizzare i mobili della stanza dove si decide di collocarla.
Al di là del modello che si vuole scegliere, è però importante sapere quanti metri quadrati possono riscaldare determinati kW. Scegliere una stufa con una potenza sbagliata potrebbe comportare un utilizzo esagerato di legna per ottenere calore o, addirittura, potrebbe esserci il rischio di non riuscire a scaldare le stanze rimanendo al freddo. Approfondiamo questo aspetto fondamentale per non fare un acquisto avventato!
Stufe a legna per riscaldare fino a 120 mq
Partendo dal presupposto che 1 kW riscalda tra i 10 e i 20 mq, viene da sé che ogni metratura necessita di una stufa dalla potenza diversa. Ossia:
- Per un'abitazione di 120/150 mq serve una stufa di 12/14 kW.
- Per un'abitazione di 100 mq occorre una stufa di 9/10 kW.
I kW necessari per riscaldare piccole case
Per metrature medie e piccole, invece, avrai bisogno di stufe a legna con una determinata potenza:
- una stufa di 4 o 5 kW per case tra i 30 e i 50 m;
- una stufa di 6 o 6,5 kW per case tra i 60 e i 70 mq;
- una stufa di 7 o 8 kW per case tra i 65 e i 75 mq.
Si può riscaldare un’intera casa con una sola stufa?
È assolutamente possibile riscaldare un’intera casa con una stufa purché abbia la potenza nominale corretta. Al fine di far arrivare l’aria nei diversi ambienti, ti basterà installare un impianto con canalizzazione e ventola per la ventilazione forzata.
Dove posizionare la stufa a legna?
Oltre ai kW bisogna tenere in considerazione anche altri aspetti. Tra i più importanti abbiamo l’ambiente dove collocare la stufa, che di preferenza dovrebbe essere in una stanza isolata. Se invece abitiamo in una casa a più livelli, andrà messa sul piano principale per avere una migliore distribuzione del calore.
Costo di una stufa a legna
Il costo di una stufa a legna comprende l’acquisto della stessa e la manodopera necessaria per effettuare l’installazione. Il prezzo va quindi da un minimo di 1.200 euro a un massimo di 4.500 euro.
Scendendo più nel dettaglio, la stufa in sé può avere un costo che va dai 400 ai 3.500 euro, l’inserto della stufa a legna sta tra i 1.200 e i 3.400 euro. La manodopera, invece, richiede una spesa tra i 250 e gli 800 euro. Se poi devi installare il sistema di ventilazione, il prezzo parte da 300 euro.
Per quanto riguarda invece la canna fumaria, qualora tu la debba mettere, il costo totale che comprende anche la stufa a legna, va dai 2.300 ai 7.000 euro.
Quanto consuma una stufa a legna?
Nel caso in cui tu voglia utilizzare una stufa a legna come unica fonte di calore, devi tenere in considerazione che nelle giornate più fredde, ci sarà un consumo di circa 15 kg di legna bruciati in un solo ciclo di combustione nell’arco di un’ora e mezza.
Inoltre ti possiamo dire che se abiti in una casa di 100 mq, il consumo giornaliero di legna va dai 6 ai 30 kg. La variazione dipende dalla coibentazione, in quanto se è buona, occorrerà meno legna, se invece non è presente alcun tipo di isolamento termico, te ne servirà una quantità notevolmente superiore.
Combustione secondaria: a cosa serve?
Le stufe a legna possono avere una combustione secondaria, molto utile per diminuire gli incombusti inquinanti e generare calore. Ciò significa che l’aria secondaria, proveniente dal basso, lavora per consentire la combustione completa del materiale, migliorando l’efficienza della stufa.
Oltre a essa ci può essere un flusso d’aria terziario, derivante dalla zona superiore della stufa, e il suo compito è quello di favorire lo scarico dei fumi e del calore attraverso la canna fumaria.
È meglio una stufa a legna o la pompa di calore?
Entrambe basano il proprio funzionamento su fonti rinnovabili ma mentre la prima utilizza un combustibile vero e proprio, il legno, la seconda impiega il calore ripreso dall’esterno e convogliato all’interno dell’abitazione.
Di fatto il legno viene considerato meno inquinante del gas metano o del gasolio perché quando brucia produce la stessa quantità di anidride carbonica (CO2) che rilascerebbe nell’ambiente se si deteriorasse all’aperto. Ciò significa che non intensifica la quantità di questa sostanza presente nell’aria.Tuttavia, una stufa a legna ha comunque dei residui, rappresentati dalla cenere, dai fumi e da polveri sottili nocive per la salute e per il pianeta. Di conseguenza è ecologica solo in parte.
La pompa di calore è una soluzione green al 100% in quanto non si verifica alcun tipo di combustione. Ciò sta a significare che non ci sono emissioni dannose nell’ambiente. Tale dispositivo infatti produce l’energia termica necessaria per il riscaldamento usando il calore proveniente dall’esterno.
A livello di rendimento, le stufe a legna arrivano a coprire il 75% di efficienza energetica poiché questo combustibile naturale ha un potere calorifico leggermente inferiore rispetto al pellet. La pompa di calore ha un rendimento del 100%. Questo vuol dire che scalda consumando meno energia.
Infine, l’ultimo aspetto da considerare è la disponibilità del legno: se si vive in un ambiente urbano può diventare complesso procurarsi la quantità di combustibile necessaria alla propria stufa a legna. Senza contare le oscillazioni di prezzo che ci possono essere. La pompa di calore invece impiega una fonte naturale sempre disponibile e soprattutto gratuita, che non richiede alcun tipo di approvvigionamento.
Le stufe a legna hanno una storia molto antica, la loro presenza infatti si registra già a partire dal 1500. A oggi sono un mezzo di riscaldamento molto usato sia da solo o in aggiunta ai sistemi di riscaldamento centralizzati. Questa situazione ricorre soprattutto nelle zone più fredde dell’Italia, caratterizzate da inverni rigidi. La scelta dipende da quali sono le tue esigenze e dalla casa in cui vivi.